mercoledì 23 marzo 2011

Anna e il suo Adoratorio.





Non ci sono parole per descrivere come ad Anna piacesse chinarsi su quell' adoratorio. Un tempo le piaceva tantissimo.
Non esistono parole per descrivere la sua dedizione nonostante quel simulacro non le avesse mai dato che illusioni.
In fondo, se ci pensiamo bene è proprio così che funzionano le religioni.
Il fedele va, prega, si batte il petto, manifesta insomma la sua fede in attesa di un segno, di lacrime di sangue, di strani bagliori, di guarigioni improvvise. Ma nulla accade in questo mondo di pietra, di terra, di carne e di cartone.
Nessuna lacrima di sangue per Anna, eppure ne aveva fatte di preghiere.
Più il suo Dio non le rispondeva più forte e implorante si faceva il suo credo.
E giù di vetrate e panche di legno e navate e piccole conche per raccogliere l'acqua Santa, ma nulla. 
Una basilica per nulla. Sarà forse perché il suo (di Divino) non aveva poi un granché di speciale.
Non era inquietante come Shiva, non danzava come Ganesh, non le metteva paura come Anubi e non era neanche puro come la Santa Vergine.
Di dubbi la ragazza ne aveva parecchi, come si addice ad ogni bravo essere umano, ma ormai la sua era diventata una dolce abitudine e da giovane profana non era diventata altro che una comunissima cantilenante fedele praticante.
Ogni tanto, guardando il dipinto che lo ritraeva, si rendeva conto di quanto l'arte moderna alla fine dei conti non le fosse mai piaciuta. E lui di classico aveva ben poco. Solo gli occhi restavano greci seppur intrappolati dalla tela. Sarà per questo che le veniva così complesso, così maledettamente difficile staccarsi.
Negli ultimi tempi però non la trovava più bella come in passato.
Stava lì, immobile sull'abside, senza alcun mutamento. Nemmeno un soffio di vento poteva chiudergli le palpebre. Cominciava a diventare snervante.
- E fa un miracolo su! Dammi un cenno del tuo amore divino, maledizione! -
Qualcuno avrebbe dovuto spiegare alla giovane Anna quei dogmi antipatici che cercano di inculcarti al catechismo per farti credere che la fede da sola possa bastarti. Va a spiegarlo a San Tommaso su!
Lei, il suo credo, se l'era fatto tutto a mano, con i nervi, il sudore e lo sforzo di miliardi di neuroni impazziti. Niente vecchi, nuovi testamenti o troiate varie.
Il suo Dio si che era umano! E come tutti gli umani immobili finisce poi per annoiarti.
Chissà, forse a lungo andare anche il più fascinoso degli dei perde la sua carica di carisma.
Forse i miti autoprodotti non son poi così forti.
O più semplicemente le si son rotte le ginocchia a furia di star china su quell'adoratorio.

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