venerdì 30 settembre 2011

Non inscatolarmi



M: ti prego, non inscatolarmi!                                  
Disse la Matrioska al Burattinaio. 
B: ti ho chiesto se eri pronta per il trasloco e tu hai risposto di si.
M:  la verità è che non credevo affatto di potermi sentire così male messa lì dentro con gli altri giocattoli.


B:  ne abbiamo già parlato. Il fatto che tu possa contenere 4 piccole te nella tua pancina di legno non significa che tu abbia dei vantaggi rispetto agli altri giochi. 
M: ma io...
B: niente ma! Domenica si parte. La grande città ci aspetta. Starai nella vetrina del negozio di giocattoli più bello che si sia mai visto.                                                                                
M: preferivo quella vecchia...

I toni del suo volto si adattarono al broncio, le fu più consono al momento. Il dramma dell'essere un classico della giocattoleria finisce inevitabilmente per ritorcersi contro. Il dramma di essere un classico con un difetto ti perseguita a vita.
Non importa che tu sia un balocco intramontabile, la grande città porta giochi sempre nuovi a spazzarti via dagli scaffali. Ci sono marionette molto più disponibili a farsi manovrare e una Matrioska che rifiuta di farsi aprire non serve proprio a nessuno. 
"Sei una matrioska che non vuole compagni di giochi!", così le gridava il Signor Burattinaio che pure era stato tanto buono con lei e non l'aveva mai buttata via seppur difettosa. 
Lo scrigno più interno di M era impossibile da aprire. I bambini non amano le matrioske che al posto di avere una piccolissima copia di sé all'ultimo stadio del percorso, hanno un minuscolo cuore umano di legno. E' poco bello alla vista e poco utile ai giochi. Lei, questo, aveva dovuto impararlo a sue spese quando l'unico bambino che aveva deciso di acquistarla l'aveva riportata al negozio in seguito all'amara sorpresa.

M. non vuole conoscere il buio dello scatolone. Ha il ricordo ancora caldo della prima volta in cui la tirarono fuori di lì. Era molto speranzosa e coloratissima. Si sentiva il giocattolo più bello e non vedeva l'ora di donare "il suo cuore" al bambino che l'avrebbe scelta. 
Più di venti anni sono passati e dal ritorno dalla casa del fanciullo nessun' altro aveva voluto acquistarla.
Lo scatolone le toglieva la luce che ogni tanto faceva ancora brillare il rosso della sua pancina e il giallo senape del velo che i certonisini giocattolai russi le avevano dipinto intorno. 
Una matrioska non respira. Ma lei aveva il cuore.

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