venerdì 8 aprile 2011

Nel mio "Stato di Natura" i baci sanno solo di dentifricio.




Il mondo è così privo d'amore, dovrei forse imparare ad odiare?
Queste sono frasi da tipi deludenti.
Ogni lunedì è sempre più blu e non c'è nulla da fare. I New Order ci avevano visto giusto e a questo proposito c'è una sola cosa che mi vien logico da dire: 
come dovrei sentirmi io quando tu mi inganni come fai?
La gente fa polemica. Fa polemica sempre e comunque.
Se avessi in mano io le sorti del pianeta sarebbe tutto diverso. Sarei un padre pellegrino meno bigotto e più colorato, con tanta voglia di fare l'amore e meno di spennar tacchini.
E guiderei il mondo verso una nuova landa. E la chiamerei "Stato di Natura". E la gente starebbe così bene da non crederci.
Jean Jacques Rousseau, era un uomo, ma era anche una garanzia. Una garanzia illimitata.

Quando penso al mio collo inarcarsi verso il cielo mi compiaccio del non fare attenzione a quel che mi si dice.
Ho di meglio da fare io che ascoltar le polemiche. Meglio sforzare gli occhi che le orecchie.

A 18 anni sono andata in vacanza a Londra. Avevo al mio fianco il fidanzato storico.
C'è poco da approfondire. Me ne stavo sempre bella appollaiata a pendere dalle sue labbra.
Che poi da quell'altezza era ovvio non vedessi nulla di quel che mi circondava.
Insomma, ero troppo adagiata su quelle protuberanze gommose per sforzarmi di parlar la lingua.
Lasciavo fare tutto a lui e mangiavo ciambelle e banane al cioccolato come il bambino ciccione di ogni classe che si rispetti.
L'ultimo giorno di viaggio però, ci fu un evento che cambiò radicalmente le sorti del mio parlato.
Mi ero appena seduta sul mio megasedile giallo e strakitch della (non citerò il nome) compagnia lowcost più in voga del momento, quando vidi il ditino di un bambino che sedeva davanti a me spuntare dal lato del suo posto a sedere.
Con fare alla Shining e totale disinvoltura il piccolo parlava al suo dito e vista la socievolezza del mio, di fanciullino, decisi di unirmi alla comitiva. Presentai quindi il mio indice a quello dell'infante.
Una della migliori conversazioni in lingua che io abbia mai avuto il piacere di intraprendere.
Al termine del viaggio, quel duo di falangi era ormai inseparabile. Per non parlare del doppiaggio, magistralmente diretto da me e dal mio piccolo amico anglosassone.
A volte sono decisamente infantile.
A volte mi si prende per stupida.
A volte, ma io sono una tosta. (cit.)
Non me ne frega un cazzo di polemizzare. Un giorno fonderò uno stato e lo chiamerò "di Natura".

Sempre in quel viaggio, (ora che ci rifletto effettivamente diedi il meglio di me) mi capitò di addormentarmi sulla cassa più grande al lato del palco di un concerto metal.

                                                                      (TRUE STORY)

Non fu colpa mia. E' che l'eccessivo rumore mi annoia.
Voglio quindi che tu sappia che c'è ancora posto per te su quella cassa, purché tu abbia voglia di dormirci su.
Magari col mio dito in bocca. Non preccuparti, ti prometto che starà zitto.
E allora, stando così le cose, 
come dovrei sentirmi io quando tu mi inganni come fai?
Prometti di non farlo più e saremo i giusti governanti del mio stato al naturale.
Il mondo è si privo d'amore, ma a che ci serve imparare ad odiare?


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